Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/446

442 camiola,

dove era allora la tua libertà, dove era la tua gran forza, dove era la tua bellezza? erano coperte da oscura caverna, nella quale tu eri tenuto stretto, tutte queste cose: la pallidezza della luce non veduta, e la puzza dell’oscura prigione, per le quali cose tu debole marcivi puzzolente abbandonato da ogni uomo, avevano oppresse queste tue virtudi, le quali tu superbo magnifichi: non solamente allora tu dicevi me degna d’uno reale giovane, ma di celestiale Iddio. O come lievemente, o come tosto tu, giovane scelleratissimo, come tu vedesti lo cielo della tua patria oltre la tua speranza, già volgesti la tua opinione1! non ricordandoti poi che tu fosti in tuo arbitrio, che io sono Camiola, la quale ebbi compassione alla tua avversità, la quale sola per la tua salute pagai la mia moneta; io sono Camiola che col mio denaro t’ho riscosso dalle mani del capitale inimico de’ tuoi maggiori2,

  1. Cod. Cass. gia volesti lotuo oppenione. Test. Lat. vertisti sententiam.
  2. Betussi. Test. Lat. substantias exolvi meas: ego Camiola sum, quæ te e manibus capitalis ho stis tuorum, ece.