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capitolo cii. 439

curatore, consentendolo, e sotto fermezza dello anello. E senza indugio mandato da Camiola dumila once d’argento, e pagato, tornò libero della prigione; e non andò altrimenti a casa della sposa come se non se ne fusse fatto parola. Camiola primieramente si maravigliò; e finalmente sentendo la ingratitudine di quell’uomo, sdegnossi; poi, acciocchè non paresse mossa da ira più che da ragione, piacevolmente fece richiedere quello ch’egli compiesse le nozze; il quale avendo negato che niuna cosa aveva a fare con lei, fecelo richiedere innanzi al giudice ecclesiastico, e con le autentiche carte per testimonianza di valenti uomini vinse quello essere marito. La qual cosa poi vergognandosi egli confessò: e poichè il beneficio di quella donna verso di lui fu conosciuto, ripreso da’ frategli e stimolato dagli amici, fu indotto a consentire la domanda di quella donna, e domandò fare le nozze. Ma quella donna di grande animo favellò quasi queste parole in presenza di molti: Orlando, io ho onde ringrazj Iddio; perchè, innanzichè sotto questo pretesto di matrimonio tu viziassi l’integrità della mia onestà, hai mostrata la malvagità della tua