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436 | camiola, |
corso a quegli della terra, il quale eglino avevano portato. Per la quale prosperità Giovanni insuperbito richiese Gottifredo di battaglia, la qual cosa non rifiutando quell’uomo d’ardentissimo ingegno, e la notte avendo fortificato di torri e di pareti, e avendo ordinate le navi, ed altre cose; nello apparire dell’aurora con ardenti parole avendo confortati i suoi alla battaglia, levate l’ancore e dato il segno, volse le prode a’ Siciliani. Ma Giovanni, lo quale non credeva che Gottifredo aspettasse la possanza delle navi dei Siciliani, non ch’egli pigliasse la battaglia, non avea apparecchiate le sue navi a combattere, anzi a seguire quelle che fuggissero; vedendo1 l’apparecchiamento e l’ardore dei nimici che sopravvenivano, quasi mancandogli l’animo, pentissi di avere domandato quello che egli avea pensato non potere ottenere; e già sfidandosi del fatto, assai avendo raffreddato l’animo, acciocchè al postutto non paresse invilito, subito rivolse l’ordine a batta-
- ↑ Cod. Cass. seghuendo. Test. Lat. videns.
lo soccorso. Test. Lat. impediente nemine... intulere subsidia.