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capitolo c. 429

dendogliene grazie, diè per moglie Engeldruda a Guido innanzi che egli si partisse, e dotò quella nobilemente; pensando quello che la fanciulla avea detto, il giusto ed il buono non solamente stare nel segreto di quella, ma essere proceduto per forza di giusta indignazione da ampio nutrimento di virtù; e per quello essere stato molto degna del dono dello Imperadore. Dunque così quella che era entrata vergine nel tempio, per la integrità dell’onestà tornò con somma allegrezza del padre e de’ suoi sposata in casa del padre e in processo di tempo partorendo molti figliuoli, morendo, lasciò ornata e famosa la casa del marito di nobile schiatta; e dura insino al presente la moltitudine dei suoi discendenti. E piacemi aver dette queste cose a vergogna delle fanciulle del nostro tempo, le quali sono di tanta leggierezza1, e di sì sfrenati costumi, che paiono piegarsi per guardi e per cenni alla volontà di ciascuno che le guarda.

  1. Cod. Cass. bellezza. Test. Lat. animi levitas.