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giovanni, cap. lxxxxviii. |
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nevala in quella scellerata audacia, e avendo in privata vita servata speziale onestà, montato in si alto pontificato, cadde in lussuria. E come questo fu peccato indegno, e come è maravigliosa la sapienzia di Dio, finalmente mancò l’ingegno a nascondere l’adultero parto a quella che sì lungamente aveva potuto ingannare gli occhi degli uomini. Imperocchè essendo quello più presso al termine che non si credeva, ella andò per fare annuale sacrificio alla chiesa di San Niccolò al Laterano tra il Culiseo e la chiesa di Clemente Papa; non essendovi alcuna femmina per balia presta nella via, partorì pubblicamente; e manifestò con che inganni aveva ingannati tutti gli uomini, salvo che lo amante. Per questo fu messa quella in prigione misera col suo parto, dove finì sua vita. E a vituperazione di sua disonestà, e per continuare la sua infamia insino a questo tempo, il Papa facendo con lo clero e con lo popolo la processione, e venendo a quel luogo del parto, il quale è in mezzo del cammino, per abbominazione di quello piegano la via per gli altri sentieri: così passato lo vituperoso luogo, tornati alla via, compiono lor viaggio1.
- ↑ Più da novelliere che da storico il Boccaccio ha discorso di Costanza rinchiusa nel chiostro, e della solenne professione di lei: falso è ancora che Arrigo, figlio di Federigo, menasse sposa la figlia di Ruggiero, che contava il cinquantesimo anno; e falsissimo si è anche avere Papa Urbano sciolta da’ voti solenni Costanza, Ruggiero morì nell’anno mille cento cinquantaquattro; Costanza fu tolta sposa nel mille cento ottantasei, e perciò era nel trentesimosecondo anno e non nel cinquantesimo di sua vita; essendo nata dopo la morte di suo padre di Beatrice sorella del conte di Retesta. Come possiamo ammettere il consenso, anzi l’opera di Papa Urbano in queste nozze che furono seme di guerra tra il Pontefice e Federigo? Per non intertenere il leggitore in più prolissa confutazione lo mandiamo pel Baronio e pel Capecelatro che la cosa più chiaro addimostrarono.