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nata di nobili parenti. E questa certamente fu moglie di Nino, nobile re degli Assirj, e di quella generò Nino solo figliuolo. E avendo Nino soggiogata tutta l’Assiria e ultimamente i Battriani1, morì d’una ferita d’una saetta. E essendo morto, quella giovinetta, e il suo figliuolo essendo fanciullo, temendo commettere il reggimento di sì gran regno, e cominciata signoria a sì tenera età, fu di sì grande animo, che ardì quella femmina pigliare con arte e ingegno la nazione, la quale l’uomo aspro avea soggiogata con le armi e signoreggiata con la forza. E con alcun’astuzia di femmina avendo pensato lo grande inganno2 ingannò l’oste dei Cavalieri del marito che era morto. E non fu maraviglia, perchè Semiramis e il figliuolo erano simiglievoli delle membra, e nella faccia: l’una e l’altro senza barba, e la voce del fanciullo non era dissimiglievole da quella di una femmina, e per

  1. Cod. Cass. Bati. Test. Lat. Bactrianis.
  2. La parola inganno mancante nel Codice è necessaria, poichè leggesi nel testo lutino: Astu quodam muliebri excogitata fallacia... decepit exercitum.