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faustina, capitolo lxxxxvi. 407


chè ella, sollecita nello sacro studio, forbì dallo ingegno tutto la ruggine della pigrizia, e arrivò in eternale fama; alla quale volesse Iddio, che con buono animo guardassero quelle, le quali reputano gran cosa stare in camera e occupare lo tempo irrecuperabile in vane favole, e spesse volte dalla mattina per tempo fino alla sera e tutta notte vegghiare, parlare rie parole e vane, ovvero soprastare alla lascivia di sè medesime; perchè veramente conoscerebbero quanta differenza sia l’acquistar fama con opere lodevoli, e seppellire1 la fama col corpo, e partirsi della vita come se non fussero vivute.

CAPITOLO LXXXXVI.

Faustina Augusta.

Faustina Augusta, e poi posta fra gl’Iddii, acquistò vivendo e morendo molta gloria più per benignità di suo marito, che per sua

  1. Betussi. Test. Lat. adverterent Ædepol quantum differentiæ sit inter famam laudandis operibus quærere, et nomen una cum cadavere sepelire.