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con maggior sua lode, Proba aver avuto cognizione cosi di lettere greche, come di latine1. Ma io domando, che cosa più laudabile è stata, che una donna abbia scanditi i versi di Virgilio o d’Omero, e che abbia tolto quelli che erano atti alla sua opera, e che gli eletti abbia appiccati con maraviglioso cognoscimento? E consideriamo i valentissimi uomini, i quali, benchè maravigliosamente sieno prestantissimi nella professione della Sacra Scrittura, nondimeno molto è grave e faticoso trarre fuori le parti di qua e di là dalla grandissima larghezza di quella, e ragunarle alla vita di Cristo con parole sparte in prosa, come questa fece de’ versi di uomini infedeli. E se noi consideriamo i costumi delle donne, bastava a questa la rocca e l’ago o il telaio, se ella avesse voluto vivere vilmente secondo l’usanza della maggior parte; ma per

  1. Betus. Cod. Cass. Quæ inter (ut nonnullis placet) fuit Homeri Centona eadem arte, et ex eadem materia qua ex Virgilio sumpserat, ex Homero sumptis carminibus edita. Ex quosisic est, sumitur ejus cum ampliori laude eam doctissime Græcas novisse literas ut Latinas.