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402 triaria, cap. lxxxxiv.

col ferro. E Triaria, seguendo la notte suo marito, e entrata nella città, desiderosa della vittoria di suo marito, armata e mescolata coi cavalieri di Vitellio, correva contro a quegli miseri or là or qua per le tenebre tra romori discordevoli, e lo discorrente sangue, per l’armi e per li estremi singhiozzi di quegli che morivano, non lasciando alcuna cosa della crudeltà de’ cavalieri. E fu detto ch’ella adoprò crudelmente e superbamente contro ai nimici. Sono nello moderato petto grandi le forze del matrimoniale amore; quelle non hanno alcuna paura, purchè n’esca la gloria1 del marito; non hanno alcuna pietà; non hanno alcuna memoria ch’elle sieno femmine; non hanno alcuna vergogna, alcuno pensiero di stimare il tempo. Triaria poteva sottomettersi in ogni cosa con lieve fatica per amore del suo marito, delle quali non solamente sogliono impaurire le donne (le quali hanno per usanza per la maggior parte, eziandio di un piccolo mormorare d’un sorcio, fuggire in grembo a’ mariti), ma eziandio sogliono alcuna volta impaurire i robusti e valenti gio-

  1. Cod. Cass. amore. Test. Lat. gloria.