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capitolo lxxxxiii. 397

alla fama, non piegava mai lo suo appetito se non dove l’utilità le pareva apparecchiata, non facendo differenza tra mariti e concubinarj. E conosciuta per questi segni ebbe assai favorevole la fortuna: fu maritata a Ruffo Crispo, cavaliere romano; e avendo già avuto da quella un figliuolo, per lusinghe di Ottone, potente per lussuria e per la gioventù nella brigata di Nerone, accostossi per adulterio a quel medesimo Ottone, e per lungo spazio diventò sua moglie. E per certo questo, o perchè fusse meno cauto nell’ardore dell’amore, o perchè non potesse comportare i costumi di quella lasciva donna, e per quello si sforzasse trarla al piacere di Nerone, o che fusse perchè la fortuna di Poppea il richiedesse; levandosi dal convito dello Imperadore era udito dire per usanza, sè andare a quella alla quale dal Cielo era conceduto ogni nobiltà e eccellenza di costumi, e divina bellezza; nella quale stavano tutti gli desiderj pegli uomini, e le bellezze e i diletti di felicità. Per le quali cose lievemente stimolato l’appetito di Nerone, fu trovata con non lungo indugio per alcuni mezzani la via che ella arrivasse al piacere dello Imperadore, vo-