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nobiltà; benchè ella non prese nome da lui, ma dall’avolo, per parte della madre, Poppeo Sabino, uomo famoso, e ornato di trionfo, e di maraviglioso consolato. E non mancarono a quella l’altre virtù di donna, s’ella avesse avuto onesto animo. Perchè ella fu di singolare bellezza, e fu simiglievole alla madre, la quale in suo tempo avanzò in bellezza l’altre donne romane. Ancora ella avea un singolare e soave parlare, e sonante con laudabile dolcezza; avea ingegno nobile e sottile, s’ella l’avesse usato a oneste cose, ed ebbe per usanza mostrare in palese continuamente modestia, ed in segreto lascivia (vizio comune delle femmine), e usando rade volte in luogo palese, non era senza arte. Perch’ell’era scalterita femmina, s’accorse potere dilettare a molti, e in ispezialità ai maggiori. Sempr’ella usciva fuori coperta in gran parte, e non per nascondere quello che desideravano e che piaceva ad altri, ma per non saziare troppo gli occhi di quelli che la guardavano, con mostrarsi liberalmente, ma piuttosto perchè quello che nascondeva eglino desiderassero. Acciocchè io non cerchi ogni cosa de’ suoi costumi, non perdonando mai