Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/40

36 eva,

zione e di sua abitazione, fu vestita di uno splendore non conosciuto da noi, infino a che ella volentieri usasse col suo marito i diletti di quel luogo. Ma lo nimico, invidioso di sua felicità, era maligno conforto le mise nell’animo che ella poteva arrivare a maggior gloria, se ella facesse contro una legge sola, che l’era imposta da Dio. Al quale per una leggerezza1 di femmina credendo, più che non abbisognava a lei ed a noi, e pensando mattamente montare a più alte cose, innanzi che facesse altro, con lusinghevole conforto trasse a sua volontà lo debole marito. E facendo contro alla legge con presuntuoso ardire, mangiato del pomo dell’albero, per lo quale si conosce lo bene e lo male, condussero sè e tutta sua schiatta per lo tempo che dovea seguire, di dilettevole patria d’eterno riposo in inansiosa fatica, e miseria, e morte, tra gli spini, e le zolle, e le pietre. E già essendo fuggita la splendida luce, della quale egli erano vestiti, furono ripresi dal loro tur-

  1. Cod. Cass. allegrezza. Betussi nella sua Traduzione ha: leggerezza. Test. Lat. levitate foeminea.