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sabina, cap. lxxxxiii. | 395 |
dire, sieno uscite di una cella di disonesto luogo o da una camera dello innanzi morto marito? e non penso dubitare se quella va a marito più disonestamente, o quello la mena più mattamente. Oh miseri noi! a che sono condotti i nostri costumi! Gli antichi i quali ebbero l’animo a santità per usanza, pensarono cosa vituperosa maritarsi la seconda volta, non che più volte, e che siffatte non si possono con ragione mescolare con le oneste donne. Ma le donne di questo mondo fanno molto diversamente; perchè, tacendo lo suo libidinoso pizzicore, pensano se più belle e più care; perchè, avendo soperchiata la fortuna della vedovità cogli spessi matrimonj, tante volte siano piaciute a varj mariti.
CAPITOLO LXXXXIII.
Sabina Poppea.
Sabina Poppea fu nobile romana figliuola di Sabino Poppeo1, uomo di non estrema
- ↑ Cod. Cass. figliuola di Lelio. Test. Lat. Sabini Poppei.