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394 pompea, cap. lxxxxii.


si potè sì tosto stagnare lo sangue, che quella ottima donna non mostrasse per perpetua pallidezza, avere molto scemato dallo vitale spirito insieme col marito. E finalmente poichè per alcuni anni ella conservò la memoria di suo marito con laudabile vedovità, non potendo altrimenti finire sua vita con Seneca, almeno la condusse con suo marito. Che potè persuadere a quella ottima donna volere piuttosto morire, che, come fanno le femmine per la maggior parte, serbare la vita per maritarsi la seconda volta? questo fu la dolcezza dell’amore, un maraviglioso segno di pietà nello venerabile sagramento del matrimonio. E per grandissima vergogna delle donne, in questo tempo è si in usanza in alcune che non dico che elle si maritino la seconda e la terza volta, la qual cosa fanno quasi tutte, ma se è il caso da maritarsi, la sesta, la settima e l’ottava volta ed è sì per usanza di fare nozze de’ nuovi mariti, che parono aver tolta l’usanza delle puttane, le quali hanno per usanza mutare nuova brigata di notte in notte; e non vanno a marito con altra faccia che se elle servassero santissimamente l’onestà. E non è assai certo che sì fatte, si dee