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Nondimeno perchè ella avea tratto a suo matrimonio suo barbano, e avealo morto cogli boleti, e avea levato all’imperio1 lo disconcio giovane, con inganno e con forza fu condotta a detestabile morte, benchè ella l’avea meritato. E perchè ella era grave in molte cose al figliuolo, ella fu odiata da lui, di che egli la privò d’ogni onore di maestà d’imperadrice; e sdegnandosi ella, essendo stimolata da furore di femmina, minacciò di fargli perdere l’imperio come glielo avea procurato. Per le quali minacce impaurito, conoscendola molto avveduta, e per memoria di suo padre avere aiutorio degli amici, sforzossi per tre volte ucciderla con veleno, ma quella prevenuta con bevande, faceva resistenza. Finalmente avendo ella schifato i lacci che egli avea tesi contro a lei, Nerone s’accorse che gli conveniva procedere con più celato inganno; e cercando egli, fugli insegnato da Aniceto, prefetto dall’armata presso Miseno, il quale già in puerizia era stato suo balio, che si poteva fare una nave debile,

  1. Cod. Cass. allo vituperio. Test. Lat. imperio.