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capitolo lxxxvi. 371

delle braccia; e per morire posesi alle aperiture delle vene due aspidi; e dicono alcuni che quegli fanno morire dormendo; e addormentata quella infelice, mise fine all’avarizia e alla lussuria e alla vita, sforzandosi Ottaviano di servarla viva, levato il veleno dalle ferite. E sono alcuni i quali dicono, che morì innanzi, e per altra maniera1 di morte: perchè dicono, che Antonio temè le carezze di Cleopatra nello apparecchiare della battaglia d’Azio; e per quello pigliò per usanza di non ricevere bevanda nè cibo, se innanzi non fusse fatta credenza: della qual cosa accorgendosi Cleopatra, per purgare lo sospetto, ella avvelenò i fiori, de’ quali lo dì d’avanti ella aveva ornata la sua corona; e messosi quella in capo trasse Antonio a sollazzo; e seguendo il sollazzo, invitò quegli ch’egli beesse, e mise i fiori nella coppa: egli volendo bere, Cleopatra non lo lasciò, dicendo ella: O Antonio, mio dilettissimo, io sono Cleopatra, la quale con nuove credenze tu ti fai sospetta: e s’io potessi questo comportare che

  1. Cod. Cass. o per la maniera dimorte. Test. Lat. alio mortis genere.