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capitolo lxxxvi. | 367 |
con tutti gli ornamenti reali. Del quale dono ella fatta lieta come cupidissima donna, accarezzollo sì lusinghevolmente, che egli rifiutò Ottavia sorella di Ottaviano Cesare, e fecesi moglie lei con somma affezione. E lasciate le Arabiche untazioni1, e le odorifiche profumazioni di Saba, e le vivande; egli uomo ghiotto si faceva continuamente di ghiotte vivande; e per magnificare Cleopatra sua compagna, venne in parole, che cosa magnifica si potesse presentare nelle continue cene: al quale rispose quella lasciva femmina, che se egli volesse, ella gli darebbe in una cena una vivanda di spesa di cento sesterzi2. La qual cosa pensando Antonio non potersi
- ↑ Test. Lat. unctiones.
- ↑ Test. Lat. centies sestertium malamente l’Autore ha tradotto quel centies sestertium per cento sesterzj; dappoichè centies sestertium, quasi centies centena millia sestertium, equivale a dieci milioni di sesterzi, che in moneta di regno formano ducati 250000.
plexus provocaret effæminatus, venienti captivum regem cum omni regio ornatu ac præda dejecit in gremium.