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capitolo lxxxvi. 365

veleni per tor via tutta la sospezione della signoria, fece, che per mano d’Antonio fusse morta Arsinoe sua sorella nel tempio di Diana da Efeso, dove, cercando sua salute, quella infelice era fuggita; ricevendo quello per pagamento de’ suoi adulterj da uno nuovo amico in luogo del primo dono. E conoscendo già la scellerata donna li costumi d’Antonio, non temè domandare a quello lo regno di Soria e di Arabia. E certo parendo a lui quella grandissima e non convenevole cosa, nondimeno, per soddisfare al desiderio dell’amata donna, diedele alcuna particella di ciascuno di quelli, e aggiunsele eziandio tutte le terre e cittadi che sono poste presso al lido di Soria dentro Eleutreo, fiume d’Egitto, ritenendo a sè Sidone e Tiro. Le quali cose, poichè ella ebbe ottenute, seguì Antonio che andava contro agli Armeni, e, secondo alcuni, andando contro a’ Parti fino all’Eufrate: e ritornando in Egitto per Soria, fu ricevuta magnificamente da Erode Antipatre, re de’ Giudei in quel tempo; al quale ella non si vergognò per messi a profferirsi in adulterio per torgli lo regno de’ Giudei in luogo di pagamento se egli avesse consentito: lo quale regno non