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capitolo lxxxvi. 363

la qual cosa indegnata Cleopatra, pigliò animo contra a lui. E così stando le cose, essendo sconfitto Pompeo da Cesare in Tessaglia, e poi essendo morto quello fanciullo che egli avea fatto re, in suso il lido d’Egitto; arrivato Cesare a quel luogo, trovò che quegli facevano guerra tra loro; i quali furono chiamati a dire le sue ragioni innanzi a lui. E, tacendo di Tolomeo, Cleopatra, maliziosa per natura, fidandosi molto di sè, presentossi ornata realmente; e pensando d’ottenere lo regno, se ella traesse Cesare domatore del mondo a sua lascivia; e essendo ella bellissima; e pigliando quegli che ella voleva con l’arte degli occhi, e con l’ornamento delle parole; con poca fatica trasse a sè a suo sollazzo lo lussurioso principe; e in mezzo allo mormorare degli Alessandrini stette con lui in sollazzo, e di lui ingenerò, secondo che si accorda quasi ogni uomo, uno figliuolo, il quale dappoi per lo nome del padre ella chiamò Cesarione. E finalmente Tolomeo fanciullo, lasciato Cesare, e stimolato da’ suoi volse l’armi contro lo suo liberatore, e andò a Delta contro a Mitridate Pergameno, il quale andava in aiutorio di Cesare, il quale era pervenuto