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capitolo lxxxiii. 353


inganna ogni guardia. Dunque ella prese il tempo, e, vestita a modo di una serva, ingannò la madre e l’altre guardie; e da due serve accompagnata quella nobile donna uscì dalla patria lasciando la sua casa, e seguì lo abbandonato marito, e bandeggiato; potendo ella, secondo le leggi, abbandonare quel marito e rifiutarlo, e fare nuovo matrimonio. E non s’impaurì quella gloriosa donna seguire la via incerta di suo marito per nascosta via e fuga, per la fortuna del mare e per le montagne d’Italia, e cercare quello per non conosciuti paesi, infinochè trovato quello s’aggiunse con lui, pensando essere più onesta cosa seguire suo marito per costo della fortuna, che, stando egli in esilio con fatica, ella stesse a casa fra le delizie, e piacevole riposo. E per certo siffatta opinione è piuttosto di savio uomo che di femmina, perchè non si dee sempre stare in isplendore d’oro e di gemme, e non sempre stare adornato; non si deve sempre fuggire il sole di state, e d’inverno la piova; non si dee sempre abitare nelle camere; non si dee sempre risparmiare; ma devono cogli mariti, quando la fortuna il dà, entrare alle fatiche, e andare