Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/353


capitolo lxxxi. 349

sare non che sapere, salvo che una fanciulla. E possiamo credere, che a compiere lo fatto con arte, molte volte quella donna appariva tra le genti con umili vestimenti, brutto abito, trista faccia, con gli occhi lagrimosi, co’ capegli disordinati, non ornata, secondo l’usanza, d’alcuni veli, con lo petto pieno di faticosi sospiri, e con uno finto smarrimento di smemorata trascorreva per tutta la città, entrava ne’ templi, andava per le piazze con la voce tremante e debole; perchè paresse ch’ella andasse agl’Iddii, con prieghi e con voti domandava quegli che ella trovava per la via; domandava gli amici s’eglino avessero veduto il suo Lucrezio, e se eglino sapessero quello essere vivo; domandava verso qual parte egli fusse fuggito, con che compagnia e con che speranza; ancora, diceva, che sommamente desiderava sè essere sua compagna; fuggendo nello esilio e ne’ suoi disagi, e faceva molte cose somiglievoli, le quali erano fortificazioni a tenere nascosto il marito: ancora con molte lusinghe, piacevolezze conforti ella conservava l’animo di quella serva, e faceala ferma; e finalmente dirigeva con conforti e speranze lo affaticato petto del ma-