uomini illustri, i sediziosissimi Gracchi, l’astuto Annibale, il traditor Giugurta, sanguigni di civil sangue Silla e Mario, i ricco e avaro Crasso, e altri tali. Oltre che quando avessi innalzato con lodi le degne di memoria, e abbassato con riprensioni le vergognose, sarebbe non solamente stata non poca gloria alle generose, e anche non piccola infamia alle scellerate; ma avrebbe paruto, ch’io poco mi fossi dilungato dai termini comuni, e che piuttosto avessi voluto rinnovar quelle cose, che per lunghezza, e difetto di tempo paiano essere mancate. Mi sono immaginato anco alle volte tra l’istorie includervi alcuni amorevoli esempi, ed esortazioni virtuose, aggiungendovi all’incontro acuti stimoli per fuggire e schivare le scelleratezze; perchè congiungendo la dilettazione coll’istorie, ne cavano utilità gl’intelletti. E acciocchè secondo l’usanza antica non paia ch’io abbia solamente toccato i principj delle materie che avero conosciuto dipendere d’autori degni di fede; le ho ridotte in più ampia e lunga istoria, istimando non pur utile, ma necessario, l’opre di queste dover piacere non meno agli uomini, che alle donne; quali come per lo più sono mal pratiche dell’istorie, così anco hanno maggior bisogno, e s’allegrano più d’un parlar copioso. Parrà anco, che io mi sia forse scordato, eccetto Eva, prima madre