natura è data una delicatezza, il corpo debile, e l’ingegno tardo, se acquistano un animo generoso, un ingegno acuto, e con notabil virtù ardiscano ed eseguiscano cose difficili, e quasi impossibili, meritano d’essere avute in pregio? Onde, acciocchè non sieno ingannate nel suo merito, m’è venuto in animo di quelle che si può ricordare, fare in onor loro una memoria, e ridurle insieme, a queste, aggiungendo di molte alcune, che o l’ardire, o le forze, e industria dell’ingegno, o il dono di natura, ovvero la grazia di fortuna, o l’ingiuria ha fatto notabili, non lasciando addietro alcuna, che, sebbene non ha fatta cosa veruna degna di memoria, nondimeno ha date grandissime occasioni, ch’altri mercè sua, abbia operato azioni notabili e degne di ricordo. Nè voglio a chi leggerà paia inconveniente, se ritroverà con Penelope, Lucrezia e Sulpizia pudicissime donne, Medea, Flora, Sempronia, ch’ebbero grandissimo, ma scelleratissimo ingegno. Imperocchè non è di mia intenzione pigliare questo nome di nobile, e illustre così stretto, che sempre paia riuscire in virtù, anzi in più ampio sentimento, con buona pace dei lettori, ritirarlo: intendendo illustri quelle, che per ogni loro fatto palese al mondo conoscerò chiarissime e palesi; ricordandomi, d’aver letto spesse volte tra i Leonidi, gli Scipioni, i Catoni, i Fabricj