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capitolo lxxvii. 333

famosa e per nazione e per bellezza: e fu assai avventurata di marito e di figliuoli, dei quali non ricordandomi de’ nomi, veniamo a questo che è quello di che ella può essere lodata; e quelle cose che la testimonianza e nominanza fa chiare, sieno poste nel primo luogo. Dunque questa fu di presto e di sì pronto ingegno, che subito ella intendeva e contraffaceva eziandio, seguendo, ogni cosa che ella vedeva ad alcuno dire o fare. Per questo avendo imparato non solamente lettere latine, ma eziandio greche, ardì, e non a modo di donna, comporre versi, e sì sottilmente, che ella faceva maravigliare quelli che li leggevano, non come cosa nobile e laudabile in donna semplice, ma eziandio ad uno letterato uomo maravigliosa. Fu ancora di tanta e si ornata eloquenza, che, se voleva, poteva confortare a modestia, muovere giuochi, indurre a ridere, eccitare dilicanza e vaghezza; e, ch’è più, di sì piacevoli costumi favellando, che in qualunque maniera di parlare ella si convertiva, mandava agli orecchi degli audienti dolcezza ed ornamento. Ancora seppe ornatamente cantare e ballare, le quali virtù se alcuna le usa sanamente,