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capitolo lxxiv. 323

Gracco; e non dischiattò da’ suoi passati in grandezza e fermezza d’animo. E dicesi, che dopo la morte de’ suoi fratelli per le loro discordie, avvenne che ella fu menata in giudizio da uno tribuno del popolo in consiglio del popolo, e non senza grande spavento di mente. E in quel luogo confortandola la moltitudine, e tutto l’ufficio dei tribuni stimolando quella, che baciasse Equizio da Fermo della Marca, suo nipote, e figliuolo di Tiberio Gracco suo fratello, era costretta ad accettare quello come della famiglia de’ Sempronj. La quale per certo, benchè fusse in luogo dove solevano tremare i principi, e che ella fusse stimolata dall’una parte e dall’altra di scordevole romore della ignorante moltitudine; e che con aspra faccia fusse minacciata dalla parte dell’autorità dei tribuni, la costanzia di quella donna non si piegò in alcuna cosa; anzi ricordandosi che Tiberio suo fratello, non avea avuto se non tre figliuoli, de’ quali l’uno era morto giovane, essendo nella milizia di Sardegna, l’altro era morto fanciullo poco innanzi che morisse suo padre, e il terzo fanciullo poco dopo la morte di suo padre era morto appresso la balia, il quale