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capitolo lxxi. 315

tioco, re di Soria e d’Asia; Gneo Manlio Torquato console ebbe per sorte la provincia d’Asia: e acciocchè egli non paresse aver condotta l’oste indarno, e non tenesse i cavalieri in ozio, spacciati alcuni nimici che restavano circa delle parti della montagna; contro ai Gallo-greci, aspri popoli barbari, mosse guerra aspra, perchè avevano mandato aiutorio ad Antioco contro a’ Romani, e perchè alcuna volta turbavano, facendo scorrerie1 per tutta l’Asia. E diffidandosi già i Gallo-greci di tenere le terre, lasciate quelle, partironsi, e andaro verso la montagna, luoghi forti2 per natura, con le mogli e coi figliuoli, e con l’altre lor cose, e difendevansi con quella possanza ch’egli avevano, da’ nimici che gli assediavano. E pure soperchiati della gran forza della gente dei Romani furon cacciati, e morti per le pendici delle montagne, e quelli che camparon s’arrenderono, e confessarono essere Manlio vincitore. Eran presi di questi gran quantità e maschi e fem-

  1. Cod. Cass. tardavano facendo correre. Test. Lat. turbarent discursionibus.
  2. Cod. Cass. fatti. Test. Lat. munitos.