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310 teosena, cap. lxix.

rire, e fuggire la superbia del re per quella via che diletta a ciascuno: dunque, figliuoli miei, destate gli nobili animi; e voi che siete maggiori francamente pigliate lo ferro e la bevanda; e se vi diletta più crudel morte, rendetevi a quello, poichè il furore dell’alto mare vi vieta andare alla vita. Già i nemici erano presso alla crudel donna: essa stando confortatrice della morte, stimolava i giovani che indugiavano. Per la qual cosa già i giovani, essendo presso alla morte, essendo eglino ancora mezzi vivi, e sbattendosi, confortandogli Teosena; gittaronsi dalla nave, e ella avendo per la libertà indotto alla morte quegli che pietosamente avea nutricati; acciocchè ella non servasse per sè la servitù, la quale ella avea scostata dagli altri, con ardito animo abbracciò lo marito, confortandolo in sua compagnia alla morte, e indusse quello con seco insieme a gittarsi in mare; pensando, esser meglio morire in libertà, che, servendo, consumarsi in brutta servitù. E così lasciata vôta la nave ai nemici, tolse a Filippo lo sollazzo della sua crudeltà, e l’aspra donna acquistò a sè ammaestramento1 degno di ricordanza.

  1. Test. Lat. Monumentum.