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portargli via, e metterli appresso d’alcun fedele amico, e di fuggire via per sua compagnia. E non fece indugio; ma fatto vista di andare a Tessalonica per lo sagrificio alla statua di Enea edificatore, alla quale ogni anno sacrificava1, partitosi da Tessalonica, e avendo consumato in quel luogo un dì nel sagrificio e mangiare e bere; entrò nell’apparecchiata nave alla terza ora della notte con la moglie e co’ figliuoli nascosamente, come egli volesse tornare nella patria, con intenzione d’andare in Eubea, e non di tornare a Tessalonica. Ma dappoi avvennegli diversamente da questo: appena2 egli era partito dal lido, ecco nell’oscurità della notte si levò un vento contrario lo quale nol portava dove egli desiderava andare, ma ritornavalo onde egli partito era, esforzandosi in darno contrario i nocchieri, fecesi dì e mostrogli che egli era presso allo lido. Ma guardando le navi che eran nel porto la nave che era in fortuna, e pensando che eglino si

  1. Betussi.
  2. Cod. Cass. anchora. Test. Lat. vix.