lo bestemmiavano; pensando, non essere sicuro, se egli non uccidesse similmente tutti i figliuoli di quegli i quali avea morti; e avendo comandato, che eglino fussero presi e messi in prigione, per farli morire non tutti in uno tratto, ma successivamente in processo di tempo; avvenne che Teosena sentì lo scellerato comandamento di quello; e ricordandosi di suo marito, e di sua morte, e del marito di sua sorella, pensò che fussero cercati i suoi figliuoli, e i suoi nipoti; e se venissero nelle mani del re, non solamente sarebbero uno scherno di sua crudeltà, ma eziandio sarebbero suggetti per necessità ai dispregi e fastidj delle guardie. E a schifare quello subitamente pose l’animo a crudele fatto; e ardì dire a suo marito, il padre di quegli, se non si potesse fare altrimenti, ella con le sue mani piuttosto ucciderebbe quegli; che ella comportasse, quegli essere menati alla potestà di Filippo. Ma Poride biasimando sì scellerato consiglio, per confortare1 la moglie, proferse per salute di quegli figliuoli,
- ↑ Cod. Cass. per chonsigliare. Test. Lat. in solatium uxoris.