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sero nelle mani d’un’altra matrigna; ovvero temendo che eglino fussero nutricati dal loro padre meno diligentemente, maritossi a quello medesimo Poride, non essendo vietato in quel tempo per alcuna legge; e cominciò a nutricare quegli con pietosa diligenzia, come se ella gli avesse partoriti, acciocchè assai apparisse, che quella fusse maritata a Poride più per servigio di quegli, che per suo comodo. Le quali cose stando in questo modo, avvenne, che Filippo, re di Macedonia, perchè non avea animo da non istare in posa, pensava far guerra cogli Romani, gli quali in quel tempo erano famosi di chiara felicità; e avendo vôte, con grandissimo movimento del suo regno, quasi tutte le città di Tessaglia presso la marina, d’antichi abitatori; e avendo comandato, che quegli si mutassero a schiera fatta1 in Poema, la quale dappoi fu chiamata Emazia, paese di marina; e avendo conceduto a quegli di Tracia le sue terre come più atti e fedeli alla guerra che dovea fare; e avendo udito, che quegli i quali si partirono

  1. Cod. Cass. asciere fatta. Test. Lat. turmatim.