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capitolo lxvii. 297

servito, questa dava agli stranj e non conosciuti; quegli dava, essendo i suoi fatti in prosperità; questa, stando i suoi in dubbio, e pericolando gli amici; quegli dava in paesi stranj, questa dava nella sua patria e tra suoi, essendo presente; quegli per acquistar gloria di cortesia, e questa per sovvenire a bisognosi. Perchè dico io molte parole? se noi guardiamo l’animo del maschio e della femmina, e la qualità d’amendue, non dubito, che sotto giusto giudice, Busa acquistò più gloria di sua generosità, che Alessandro di sua cortesia. Ma abbia chi vuole chiara fama: a mio parere Busa usò ottimamente le sue ricchezze; perchè la natura madre non produsse fuori l’oro dall’intrinseco della terra perchè fussero tramutate dal ventre della madre nelle arche1 per farne adunanza, la quale fanno gli avari, riponendole negli scrigni, e con gran guardia soprastando a quelle, quasi come l’uomo dovesse rinascere; anzi sopra tutte le altre cose le produsse, perchè siano spese a comune utilità della compagnia degli onesti amici; e se avanzano, acciocchè

  1. Test. Lat. Deferretur in tumulum.