Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/297


capitolo lxvi. 293

gendo lagrime, non comportò di vedere senza pena l’innocente sangue, e allungare la vita salvata per altrui fè con tanta sollecitudine; giudicando essere meglio di scendere all’inferno con acerba morte con sì fedele fanciulla, che aspettare la canutezza cogli non fidati cittadini. O quanta pietà! o quanta ferma fè! Ella si manifestò in luogo patente; e tornati indietro gli ucciditori cogl’insanguinati coltegli, confessò lo inganno della balia, la fè di quella che era morta; e ferita di molte ferite, cadde, quanto lo potè, presso al corpo di quella che era morta; innanzi alla quale quanto la pietà le tolse di tempo, fulle renduto degnissimamente nelle scritture. È difficile a vedere, quale avesse maggior fè, o quella che morì, o quella che sopravvisse: quella pietà fe’ eterna la virtù della prima, questa pietà fe’ eterno il nome della seconda.