Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/287


capitolo lxiii. 283

bia tolto, non dandole luogo fra le famose donne, voglio porla fra quelle, e far menzione della pietà d’una innominata donna1. Questa Giovanetta ebbe una madre d’onesta schiatta, ma sciagurata; perchè innanzi alla sedia dei Tribuni, non so per che cagione, ella fu dannata a morte, e dal Pretore era data a un Triumviro, acciocchè egli le desse la pena già determinata per la sentenzia; e dal Triumviro era data al soprastante della prigione: ma per esser nobil donna li fu imposto che fosse morta di notte. In questo mentre il guardiano2, mosso da pietà, avendo compassione alla gentilezza di quella donna, non volle fare crudeltà in quella con le mani, ma lasciandola morire di fame, tenendola serrata senza mangiare. E a questa andava una sua figliuola per vederla; e cercata quella diligentemente che non le portasse alcuno cibo, ebbe permesso dalla guardia che ella entrasse

  1. Cod. Cass. della lornominata donna. Test. Lat. innominatæ mulieris pietatem inclytam referre.
  2. Betussi. Test. Lat. verum quoniam nobilis esset, ut nocte necaretur injuctum est. Custos autem, ele.