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flora, capitolo lxii. 277


quelli; e a meritare la gloria della sua castità procedè con ottimo ragionamento e con sante ragioni, intanto che allora fu cominciato, e per lungo tempo dappoi fu fatto, che non potendo fare sacrificio in quel tempio alcuna se non di singolare onestà; e chi avesse avuto un solo marito, fusse uguale all’altare delle patrizie in santità; essendo tolta via la invidiosa speranza alli disonesti occhi de’ guardatori. E non dubito, che ella diede a molte fatica e sollecitudine di conservare la castità per la cupidità della gloria, e a fuggire la vergogna se elle fussero rimosse dal sacrificio.

CAPITOLO LXII.

Flora, meretrice Romana.

Gli antichi parono provare, che Flora fu una donna romana, alla quale quanto tolse lo vituperoso guadagno, tanto le aggiunse di nominanza la favorevole fortuna. E questa, secondo che conferma ogni uomo, fu ricchissima femmina; ma è discordia come ella acquistasse le ricchezze; perchè alcuni dicono, che ella consumò tutto il fiore di sua gioventù