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capitolo lvi. 261

dio domandando la serva, lo lussurioso giudice, non udito Virginio, sentenziò che Virginia era serva fuggitiva; e volendola pigliare Marco, e Virginio avendo dette molte belle parole indarno contro a Appio, appena ottenne potere favellare alquanto con la balia, acciocchè fusse trovata la verità dello antico errore, e egli lasciasse la serva con minore sua indegnazione e essendo uscito fuori in luogo pubblico, nondimeno presso al palazzo presso alle taverne Cloatine, piglio un coltello da beccaro, e disse: Figliuola mia cara, io difendo la tua libertà per quel modo ch’io posso; e lo ficcò nel petto della figliuola con grandissimo dolore di quegli che erano presenti. Della quale ferita la infelice Fanciulla in presenza di quegli cadde morta, e così fu vana la vituperosa speranza del lussurioso Appio. Per la morte di quella innocente e per opera di Virginio e di Icilio avvenne che partendosi la seconda volta lo popolo, i Decemviri furono costretti a rifiutare la signoria, e che egli lasciassero la libertà, che eglino aveano occupato, al popolo. E non molto dappoi per procurazione di Virginio, Tribuno del popolo, fu citato Appio Claudio; lo quale