Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/263


capitolo lvi. 259

tinenzia, quanto per la scellerata nominanza del suo amante, e per quello che fece lo suo padre, e per quella libertà romana che seguì. Questa per certo, signoreggiando in Roma i Decemviri, fu promessa per moglie da suo padre a Icilio Tribuno, ed aspro giovane; e a caso erano indugiate le sue nozze, perchè erano i Romani ad Algida1 contro agli Equi2, e perchè Virginio era in quella milizia. Le quali cose stando così, avvenne per isciagura di Virginia, che Appio Claudio Decemviro, lo quale era rimaso solo a guardare Roma con Ispurio Appio di tutti i compagni, s’innamorò sì della bellezza di quella, che egli moriva. E non piegandosi la tenera Virginia per sue lusinghe e gran doni, nè per prieghi, nè per minaccia, salvando ella il suo petto pieno di santità; accesosi Appio di matto furore, e volgendosi l’animo vago a diverse cose3, non pensando essere assai si-

  1. Cod. Cass. erano i Romani adostre. Test. Lat. expeditio a Romanis in Algidum.
  2. Cod. Cass. contro agli trinni. Test.Lat.adversus Æquos.
  3. Cod. Cass. e voggendosi lanimo vago averse cose. Test.Lat.cum in varia labentem volxisset animum.