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capitolo l. 235

guardie, montò in su uno cavallo, lo quale a caso ella trovò di notte pascere sopra la riva del Tevere, non essendo stato altra volta a cavallo: e avendo tratte fuori molte delle prese fanciulle, tornolle ai suoi, non temendo la profondità del fiume. La qual cosa la mattina veduta1 da Porsenna, dolsesi; e fu comandato nel pieno Senato, che quella, che era stata guida di quelle che erano fuggite fusse restituita al re. Ma il re maravigliatosi della virtù della fanciulla, dilettandosi del suo ardire, non solamente concede a lei, che ella tornasse a’ suoi, ma diedele arbitrio che ella menasse con seco degli ostatichi quegli che ella volesse; la quale di tutti tolse solo i fanciulli. La qual cosa parve laudabile onestà di quella vergine: e agli Romani fu grata simigliantemente, perchè avea liberati quegli che erano più atti a ritenere l’ingiuria. Per la qual cosa ella fu onorata da’ grati cittadini di una maniera di non usato onore, e fu conceduto a quella una statua di cavalleria, la quale posta al fine della Sacra Via per lungo tempo stette salva.

  1. Betuss. Test. Lat. compertum.