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capitolo xlix. 229

potè vedere Joram, re di Israel, suo fratello dar, morto di molte ferite, lo suo sangue ai cani nel campo di Nabot: così Jezabel sua madre, ornata di ornamenti reali, gittata d’una torre, e calpestata da’ piedi di quegli che correvano, e intanto trita da’ piedi e dalle ruote, che convertita in fango, non rimase alcuno vestigio dello infelice corpo. E così potè vedere diciassette suoi frategli morti per comandamento del vincitore in un’ora presso Samaria; e circa Jezinele sua città le teste fitte su i pali, che era argomento di scellerata opera: e gli altri suoi parenti uccisi, acciocchè non campasse alcuno che non fusse morto dalla spada del nimico. E finalmente acciocchè la scellerata donna non passasse senza pena, avendo regnato sette anni; per fattura di Joadam sacerdote, allevato Joas suo nipote re, lo quale ella pensava essere stato morto cogli altri, ella videsi strascinata della sedia reale, gridando contro a lei lo popolo; e per le mani dei servi e dei ribaldi essere strascinata vituperosamente, gridando ella aiutorio, infino alla porta, e minacciando; e in quel luogo essere degnamente tagliata: sicchè la malvagia non andò per altra via