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di m. donato di casentino 19

presso i grandi, poteva eccitare in altri desiderio di sè. Se ebbe amico Petrarca, Boccaccio, Salutato Coluccio ed altri; questi lo amarono e l’onorarono, perchè chiaro per sapere, commendevole per probità. E specialmente quel Salutato Coluccio che ebbe fama splendidissima di valente scrittore, segretario di papa Urbano V e di Gregorio XI, e segretario della Signoria di Firenze sua patria, gli scritti del quale erano sì potenti, che Gio. Galeazzo, duca di Milano, guerreggiando contro Firenze, diceva a sè tornare più nocivi gli scritti di Coluccio, che le armi di quella1; tanta estimazione concepì di Donato, che dell’amicizia sua era bramosissimo come di quella di principe potente. L’abate Mehus2 novera quattro lettere scritte da Coluccio a Donato, in una delle quali a questi dà contezza, aver ricevuto un suo libretto, e gliene riferisce grazie: lo stesso Mehus congettura essere questo libro il Volgarizzamento delle Donne Illustri, congettura che a me non sembra improbabile, poichè il libro veniva

  1. Cresc., Volg. Poes. Vol. II, P, II, n. LXV.
  2. Vit. Ambr. Camal., tom. I, pag. 252.