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capitolo xlviii. 225

farle cadere; delle quali la prima morbidezza se non è costretta col ferro dell’asprezza1, e se non sono ritenute2 col continuo tenere a mente delle madri, alcuna volta cade quella che non è sospinta3; e se ella, caduta, è calcata dalla disperazione dell’onore della prima onestà, non torna a casa per alcuna forza. E penso che per questa viltà Lena cadesse, e non per malizia di natura, e specialmente se guardo alla sua virile forza circa i tormenti. E per certo prima mutola, e poi tagliandosi la lingua, acquistò gloria, la quale con ornata orazione ispesse volte meritò presso i suoi Demostene4.

  1. Cod. Cass. della speranza. Test. Lat. austeris coercentur frænis.
  2. Cod. Cass. sospetto. Test Lat. non impulsam.
  3. Cod. Cass. ricevute.
  4. Cod. Cass. merito perdonanza delle chose disoneste. Test. Lat. quam gloriam floridam per sæpe oratione apud suos valens meruerit forsitan Demosthenes.