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220 tamiri, cap. xlvii.

pravvenne Ciro, e uccise quello con la sua oste; e essendo quasi certo della vittoria, fecesi innanzi. Ma Tamiri udito la morte dei suoi, benchè molto si dolesse della morte del figliuolo, non avendone se non uno; nondimeno non si diede a piangere a modo di femmina; anzi ristrette le lagrime per ira e per cupidità di vendetta, coll’avanzo di sua gente, con quell’arte che ella avea udito essere stato preso lo figliuolo, pensò potere pigliare lo nimico, benchè similmente non1 mandasse fuori il campo ripieno di vino. E sapendo ella i luoghi, mostrò fuggire, e condusse per lungo circuito di vie lo nimico che la segue cupidamente tra le sterili montagne, e aspre per lo freddo e in quel luogo serrò lui, bisognoso quasi di ogni cosa necessaria, tra montagne e aspri luoghi; e volta a quegli tagliò tutta l’oste. E ancora Ciro non campò, anzi saziò l’ira di quella vedova; perchè ella con feroce animo fece cercare fra’ corpi il corpo di Ciro, e trovato quello, fecegli tagliare la

  1. Cod. Cass. se similmente mandassi fuori al champo ripieno di vino. Test. Lat. etiamsi non committerentur referta poculis castra.