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capitolo xl. 195


Io dimando, quelle che diranno, che hanno le ’nsegne della fe’ di Cristo, guardando quella di strana nazione, e infedele, e dalla quale Cristo non era conosciuto, ad acquistare la lode che deve perire 1, con così costante animo e con fermo proposito procedere infino alla morte non ricevuta da altri, anzi dalla propria mano, innanzi che ella volesse con sentire al secondo matrimonio, e innanzi che ella permettesse, essere isforzato lo venerabilissimo proponimento della sua osservanza? E perchè le donnè del nostro tempo sono sottilissime a scusarsi, alcuna dirà, secondo che io penso:: Ella dovea fare così perchè ella era abbandonata alla morte dal padre, e dalla madre e da’ frategli; i vagheggiatori la stimolavano con lusinghe: io non potrei contrastare; io sono di carne, e non di ferro. O che giuoco è questo! Dido di cui aiutorio si fidava, la quale avea un solo fratello, e quello era nimico? non ebbe Dido molti vegheggiatori? anzi era Dido di pietra e di legno più che

  1. Cod . Cass . che diperire. Test. Lat. perituram.