Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/192

188 didone,


gione, fece subito riempierle dai compagni. E di notte, tolto lo tesoro del marito, il quale ella sapeva, e quello che ella potè torre al fratello, fecelo nascosamente mettere in nave; e con deliberata malizia fece legare fardegli pieni d’arena sotto vista che fusse lo tesoro di Sicheo, e in presenza d’ogni uomo fecegli mettere in mare, cioè in nave. E essendo già larghi în mare, maravigliandosi quegli1 che non sapevano il fatto, comandò, che i detti fardegli fussero gittati in mare; e con lagrime affermò, sè2 aver trovato modo di aver la morte, la quale ella avea lungamente desiderata, avendo gittato in mare lo tesoro di Sicheo; ma dice, che3 avea compassione ai compagni, i quali, ella non dubitava, se ne andassino a Pigmalione, essere con lei insieme duramente tormentati dallo avarissimo e crudelissimo re; ma se

  1. Cod. Cass. maravigliandosj quasj. Test. Lat. mirantibus ignaris.
  2. Cod. Cass. affermossi avertrovati. Test. Lat. se ... adinvenisse testata est.
  3. Cod. Cass. ma dicie chellungamente avea compassione.