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speranza della vita e del tornare di Ulisse, avvenne1 che Laerte per lo fastidio delli vagheggiatori stava in villa; e quegli aveano occupata la regal casa d’Ulisse, e con prieghi e con lusinghe stimolavano Laerte per potere avere quella per moglie. E temendo quella donna che non le fusse rotto lo sacro proposito del suo petto, non vedendo più via a negarlo, ispirata da divino lume, pensò almeno ingannare per infino ad alcuno tempo. Pigliando termini, e stimolando quegli, domandò che le fusse lecito aspettare lo marito, per infino che ella potesse compiere una tela, la quale ella avea cominciata, secondo regale donna. La qual cosa avendo conceduto lievemente quegli gentili uomini che la domandavano, ella con astuzia di donna ditesseva la notte nascosamente tutto quello che ella avea tessuto il dì. Con la quale arte ingannando quegli, che in casa di Ulisse consumavano i suoi beni in continui conviti, non potendo quella ingannare; avvenne per divina pietà2, che essendo passati venti anni

  1. Cod. Cass. avea.
  2. Cod. Cass. cholla quale usando quella in