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cap. xxxvii. 177

sia dicevole a loro in casa de’ padri, nelle chiese, nei palagi, dove si raduna la moltitudine degli aspri giudicatori: e per esempio imparino, non è ascoltare le cose disoneste, sottrarre la bocca del parlare, costrignere gli occhi al vedere, con gravità comparerai gli costumi; e ordinare tutti gli atti con una gravezza d’onestà; costrignere gli riposi, e nel mangiare fuggire le troppe delizie, fuggire i balli, e le conversazioni degli uomini: ancora conoscano le fanciulle, che desiderate ogni cosa che piace, e che si può fare non è santa cosa, nè conforme all’onestà; acciocchè, fatte1 più savie in fiore di lodevole verginità sotto lo comandamento de’ suoi maggiori, arrivino con maturità al sacro matrimonio.

  1. Cod. Cass. accio chesiate più savie. Test. Lat. prudentiores factæ.