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tempio a vegghiare per lo sacrifizio; fu messa nell’apparecchiata nave, e con quella, dopo molti pericoli, arrivò a Troja, dove ella fu ricevuta da Priamo con grandissimo onore; pensando egli, piuttosto avere purgato la vergogna dell’ingiuria d’Esiona, la quale era tenuta da Telamone, che avere ricevuta nella patria la strema desolazione del suo regno. In grazia1 di questa donna tutta Grecia si commosse: e pensando tutti i principi di Grecia piuttosto la ingiuria di Paris, che la lascivia d’Elena; avendo raddomandata quella più volte indarno, feciono lega a distruzione di Troja: e raccolto loro sforzo2, con mille navi e più caricate di gente armata, ismontarono in sul lito tra il monte Sigeo e il monte Reteo in Frigia; e assediarono Ilion, indarno facendo resistenza i Trojani. Elena potè vedere dalle mura dell’assediata città3 di che pregio fosse la sua bellezza, guardando il lito

  1. Cod. Cass. ingiuria di questa.
  2. Cod. Cass. era cholto loro sforzo. Test. Lat. collectisque viribus.
  3. Cod. Cass. deissesandria citta. Test. Lat. obsessae civitatis.