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clitennestra, cap. xxxiv. |
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sette anni. Ma in quel mezzo sendo cresciuto Oreste, figliuolo d’Agamennone di quella, lo quale ascosamente gli amici avevan salvato del furore della madre; e avendo quello preso animo a vendicare la morte del padre, prese tempo, occise quella e l’adultero. E non so quale io biasimi più o lo peccato o l’ardire. Lo primo, che fu grandissimo male, non era meritato dal valentissimo uomo; lo secondo quando meno liceva alla perfida donna, tanto è più abbominabile. E nondimeno io ho da lodare la virtù d’Oreste, la quale non potè portare lungamente, essere ritenuto dalla pietà della scellerata madre; che egli non ponesse l’animo a vendicare la indegna morte di suo padre, la quale avea sofferto1 dallo adultero sacerdote per comandamento della scellerata femmina. E, sparto il sangue di quegli, per lo comandamento e opera de’ quali era stato sparto, il sangue di suo padre fusse purgato; acciocchè lo peccato tornasse contro agli adulteri.
- ↑ Cod. Cass. avea da ladulterio sacerdote. Test. Lat. passus fuerat.