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argia, capitolo xxvii. 139

essendo rimaso ignudo di aiutorio, e quasi in fuga e vedendo Argia che il corpo di Polinice era rimasto non seppellito tra gli altri corpi dei popolari, subito, piena di ansietà, non considerata sua nobiltà, l’onore del matrimonio, nè la debolezza di femmina, con piccola compagnia entrò in cammino per andare al campo: e non la ritennero gl’insidiatori dal cammino, nè le fiere, nè gli uccelli, i quali seguitano i corpi morti, nè le anime che volano intorno, secondo che pensano gli stolti, e (che era di maggior paura) non la ritenne il comandamento di Creonte, lo quale era, che niuno s’atterrasse niun corpo sono pena capitale. Anzi andò con ardente e tristo animo di mezzanotte nel campo ov’errano quegli corpi morti e volgendo questo e quello puzzolente; acciocchè con un piccolo lume ella riconoscesse la faccia che già cascava dello amato marito, non cessò finchè ella non trovò quello che ella cercava. E fu maraviglia che la faccia già mezza consumata

    essendo morti gli altri principi. Test. Lat. Nam post plurimum certaminum strage, ceteris inter- fectis ducibus.