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ciò nascosamente seguire quella, cacciando egli per le montagne, per gli gioghi e per le nascose valli. La qual cosa durando, avvenne, che stando Procri nascosamente in un’erbosa valle, tra le canne del padule, movendosi, lo marito, credendo che fusse una fiera, ferilla con una saetta. Non so che io dica piuttosto, o se l’oro è la più possente cosa che sia in terra, o se è più stolta cosa cercare quello che l’uomo non vuole trovare. Dalle quali due cose approvando ciascuna la stolta donna, trovò a sè perpetuale infamia, e la morte, la quale non cercava mai. Acciocchè io non taccia lo smemorato amore dell’oro, per lo quale si muovono quasi tutti gli stolti, domando quegli che sono presi di sì ostinata gelosia; mi dichino che utilità o che onore egli sentono, che gloria o che onore acquistano? A mio parere, questa è dispregiata infermità della mente, la quale ha principio dalla pusillanimità di quello che la soffre, poichè noi non la vediamo1 se non in que-

  1. Cod. Cass. laquale da principio apusillaminità di quella che noi lavediamo senone in quegli