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Capitolo XXVI
Procri, moglie di Cefalo
Procri di Pandione, re d’Atene, moglie di Cefalo, figliuolo del re Ealo, come fu odiosa alle oneste donne per avarizia, così è piaciuta agli uomini, poichè per lei è manifesto il vizio dell’altre donne. Amandosi quella col suo marito, insieme vivendo1 di pietoso e nuovo amore, avvenne per isciagura di quegli, che di Cefalo s’innamorò una donna chiamata Aurora, la quale era di singolare bellezza; lo quale lungamente quella donna tentò indarno, essendo quello sommamente preso dall’amore di Procri, sua moglie, di che quella sdegnata disse: Cefalo, tu ti pentirai d’avere amato sì caldamente Procri tua, e troverai, se se ne sarà fatto pruova, che ella amerà più i danari che te. La qual cosa udendo il giovane, cupido di tentarla, mostrò di volere andare in un lungo viaggio, e partissi; e pie-
- ↑ Cod. Cass. insieme gioventù. Test. Lat. viventes.